LA SCIMMIA LITORANEA
(di qualche milione di anni fa)
Noi esseri umani discendiamo dalle
scimmie. Più esattamente siamo ancora delle scimmie agricole
(senza peli) discese direttamente (e neanche troppo tempo fa: qualche
centinaia di migliaia di anni) dalle scimmie litoranee (anch'esse senza
peli).
Queste inizialmente erano scimmie della foresta pluviale (provviste
di peli) che la riduzione dell'estensione della foresta stessa, dovuta
ad un notevole aumento di temperatura dell'atmosfera, aveva costretto
a spostarsi in riva al mare ed adattarsi alla relativa vita litoranea
(venti-venticinque milioni di anni fa).
Quella che segue è la descrizione degli aspetti principali
della vita di questa scimmia litoranea nostra progenitrice.
Sesso
Nell'acqua quando la femmina ha l'estro
(l'odore che serve ad indurre il maschio a montarla) deve ovviamente
farlo fuori dall'acqua altrimenti l'odore dell'estro stesso non verrebbe
avvertito. Siccome fa caldo, tutti cercano di stare il piú possibile
a mollo nell'acqua.
Quindi la femmina che ha l'estro deve incappare in un'occasione
per tornare a riva e trovare dei maschi da eccitare nelle vicinanze della
riva (è da escludere che la femmina capisca che l'estro non funziona
perché lei è a mollo nell'acqua e quindi che deve uscirne).
Le probabilità di sopravvivenza della specie inizierebbero quindi
a diminuire se la femmina non aumentasse il numero di giorni fecondi
del suo ciclo. In altre parole il ciclo originale di solo due o tre giorni
fecondi al mese ora comincia ad allungarsi ad una decina.
Adesso però alla femmina che si ritrova con l'estro gli
ormoni non dicono piú soltanto di accettare il maschio che la
monta ma di andarselo a cercare perché l'odore dell'estro potrebbe
non bastare. Il rapporto sessuale quindi deve cambiare totalmente: se
prima era il maschio che cercava la femmina per soddisfare l'urgenza della
monta sollecitatagli chimicamente, ora è la femmina che cerca
il maschio (non necessariamente sollecitato dall'estro) per farsi montare.
In conseguenza di questo fatto se prima il maschio eccitato dall'estro
trovava piú comodo montare da dietro la femmina (che doveva necessariamente
restare carponi), ora la femmina, dovendo sollecitare il maschio, è
costretta a sdraiarsi, aprire le gambe per convincerlo a mettersi su
di lei usando poi le gambe stesse per avvinghiarlo. In altre parole il
rapporto da posteriore diventa anteriore cioè frontale.
Naturalmente questo modo di accoppiarsi produce nella femmina
una modifica biologica: la sua vagina si sposta verso l'avanti di lei
o verso l'alto se ci riferiamo alla femmina stesa supina al suolo. Dove
prima era verso l'alto con la femmina prona in avanti, quindi praticamente
allineata con la spina dorsale, ora tende a ruotare verso l'avanti della
femmina e quindi a creare un angolo con la spina dorsale stessa. Tutto
questo ovviamente per facilitare al maschio la penetrazione.
Se poi il caldo spinge a compiere il rapporto in acqua dove tutto
è piú fresco, il rapporto sessuale in acqua si conferma
decisamente frontale: la femmina non potrebbe sporgere il deretano per
farselo prendere dal maschio perché dovrebbe stare con la testa sott'acqua.
L'accoppiamento frontale in acqua quindi può essere attuato soltanto
in due modi: in uno entrambi seduti sul fondo una di fronte all'altro, nell'altro
una guarda in faccia l'altro nell'acqua bassa mezzo metro e con il braccio
e la gamba di un lato si sostiene sul fondo (per esempio lei usa il braccio
e la gamba destri e lui quelli sinistri).
Famiglia
È ancora composta esclusivamente
dalla madre e dalla prole (più le comari) ma ora intervengono
nella femmina delle modifiche biologiche necessarie a mantenere al meglio
il rapporto tra la madre ed il piccolo sia nel senso fisico che quello
psicologico.
Capelli lunghi e forti
Il piccolo vuole aggrapparsi alla madre: questa non ha piú
il pelo a cui farlo per cui essa sviluppa l'unico pelo che ha cioè
i capelli in testa. Questi diventano piú lunghi per poter essere
afferrati anche da una certa distanza e piú forti per poter
resistere alla trazione del piccolo.
Mammelle sporgenti
Il piccolo vuole prendere il latte dalla mammella della madre:
trova piú comodo dirigerla verso la sua bocca se la mammella stessa
sporge e galleggia perché piena di grasso.
Attaccamento personale alla madre
Il piccolo rimane attaccato alla madre riconoscendola dalle
altre femmine. Nella foresta era semplice: bastava odorarla; ora nell'acqua
è praticamente impossibile. La tecnica per riconoscere la madre
ora è essenzialmente visiva: riconoscerne le fattezze del viso
che quindi diventa glabro.
Perdita del pelo sul viso
Il piccolo cerca la madre nell'acqua ma non può più
riconoscerla dall'odore: la madre perde i peli del viso in modo che
il piccolo la riconosca. I maschi non hanno questa necessità per
cui i peli del viso non li perdono.
Modifiche biologiche relative all'ammollo nell'acqua comuni ad entrambi i sessi
Muscoli delle sopracciglia
La scimmia litoranea impara ad aggrottare le sopracciglia. Prima
stava sempre nella foresta dove non c'era mai la luce diretta del sole:
adesso sta a mollo nell'acqua dove non c'è mai ombra e dove
capita molto facilmente di guardare nella stessa direzione del sole ed
esserne quindi accecata dai riflessi dei suoi raggi sull'acqua. Diventa
utile quindi aggrottare le sopracciglia per mettere gli occhi in ombra:
i raggi diretti del sole sono eliminati.
Lacrime
La scimmia litoranea impara a piangere. In effetti rimanendo a
lungo a mollo nell'acqua di mare accumula sale nel proprio corpo tramite
la pelle oppure bevendola. Per smaltirlo adesso integra il sudore e l'urina
con lacrime salate fatte uscire dagli occhi. In quest'ultimi hanno sede
gli orifizi che possono rimanere al di fuori dell'acqua marina visto che
la scimmia litoranea può stare a mollo solo fino al collo.
Perdita del pelo
La scimmia litoranea non può piú permettersi di
stare a mollo con la pelliccia. Nella foresta ci voleva perché,
pur facendo caldo, l'assenza della luce diretta del sole rendeva l'ambiente
ombroso e umido e di notte anche abbastanza freddo. La pelliccia ora
costituisce un problema non quando la scimmia è a mollo nell'acqua
bensí quando ne esce: infatti l'acqua trattenuta dalla pelliccia
evapora con il calore del sole o dell'ambiente e cosí facendo
assorbe calore dal corpo raffreddandolo troppo. La necessità di
perderlo effettivamente nasce però solo dal collo in giú
cioè sulla parte del corpo che sta sotto il pelo dell'acqua. Se
la testa non viene messa sott'acqua infatti, si può evitare di
bagnarne il pelo che inoltre la protegge dal calore dei raggi del sole.
Dal collo in giú rimangono però delle zone con peli che
sono le ascelle ed il pube fino all'ano. Il motivo è duplice: proteggere
la pelle da batteri che si possono sviluppare nel sudore delle pieghe
della pelle e nel caso del pube ridurre lo sgocciolamento dell'acqua o
del sudore sugli organi genitali.
Piedi e mani
Se nella foresta il pollice era opponibile su entrambi gli arti,
piedi e mani, ora l'utilità di afferrare oggetti può riguardare
soltanto la mano. Anzi a mollo nell'acqua inizia a svilupparsi nella
mano una membrana fra pollice ed indice per aumentare la presa sull'acqua
ed il pollice stesso inizia ad avvicinarsi all'indice. Nel piede invece
il pollice opponibile non serve proprio piú e si mette ben presto
parallelo alle altre dita in modo da permettere al piede di appoggiarsi
interamente sul fondo e soprattutto di flettersi per mettersi in punta
di piedi in modo da aumentare l'altezza della testa dal fondo stesso.
Inoltre il piede piatto con le dita corte ed incernierate lungo una linea
permette alla scimmia di puntarlo meglio sul fondo e manovrare in maniera
piú efficace i suoi spostamenti nell'acqua. Anche qui inizia a
svilupparsi una membrana fra le dita ancora oggi visibile.
Modifiche biologiche relative all'ammollo nell'acqua specifiche delle femmine
Imene
Le femmine, quando si siedono in riva al mare (e lo fanno molto piú
spesso dei maschi avendo i piccoli da allattare oppure stando sedute
vicino a chi lo fa), possono incontrare degli inconvenienti alla vagina
data la presenza di animaletti e batteri. Hanno successo quindi le femmine
che nascono con l'imene cioè una membrana che appunto protegge
la vagina almeno fino ai primi coiti (l'uretra rimane comunque fuori dalla
vagina).
Grasso sul deretano
Le femmine, visto che per loro sedersi in riva al mare è pur
sempre scomodo (non sempre c'è la sabbia), cominciano a crearsi
un cuscino di grasso sul deretano per sedersi appunto più comodamente.