Paese
   Propaganda è un paese democratico come il nostro dove i cittadini eleggono i loro rappresentanti parlamentari. In esso però le donne hanno già da tempo deciso che, in ogni occasione di voto, vengano elette delle donne. In effetti quindi Propaganda differisce dal nostro paese nel loro Parlamento che è costituito in leggera maggioranza da donne come pure il loro Governo. Gli uomini, dicono le donne, servono sostanzialmente a dar loro figli. Il nome che hanno dato al paese in effetti dimostra quanto siano convinte della loro superiorità: Propaganda infatti in latino significa "cose che devono essere propagate, diffuse". Ritengono cioè che il loro modo di vivere sia il migliore e vorrebbero tanto che venisse adottato anche da tutti gli altri paesi del mondo; per questo spingono sempre per propagarlo, diffonderlo, appunto.
Nessun cittadino di Propaganda infatti trova mai difficoltà ad uscire dal proprio paese: deve andare in giro per il mondo a fargli pubblicità; allo stesso modo gli stranieri sono sempre bene accetti: non solo potrebbero convertirsi al loro modo di vivere ma diventare per di più nuovi propagatori.
    Apparentemente le loro donne hanno maturato da sole il desiderio di decidere che le persone scelte per farsi risolvere i loro problemi politici siano donne; il motivo, secondo loro, è semplice: solo una donna può capire i problemi di una donna. Certo, secondo gli uomini, questo significa disinteressarsi dei loro problemi. "Non contiamo più niente." dicono; dal loro punto di vista si sentono esclusi. D’altronde sono in minoranza numerica per cui non possono fare molto.

Parlamento
   Il Parlamento di Propaganda, visto che tutte le donne votano per delle donne, è composto da più della metà di donne; pensano che dal punto di vista politico la donna peggiore sia meglio dell’uomo migliore. Secondo loro le cose funzionano meglio di quando si faceva a modo maschile soltanto e le conseguenze si vedono nella vita di tutti i giorni. In effetti sembra proprio che la parità dei sessi non l’abbiano soltanto raggiunta ma addirittura superata: comandano loro. Siccome nel paese di Propaganda le donne sono in maggioranza numerica nell’elettorato e quindi, anche se di poco, nel Parlamento, la maggioranza è femminile anche in altri campi come, ad esempio, la Magistratura, la Polizia, la Salute.
   Le donne che sono in leggera maggioranza nel Parlamento emanano leggi a loro favore. L’ultima, quella che secondo gli uomini ha fatto traboccare il vaso, è quella che sancisce la fine della proprietà dello sperma. Ciò significa che, una volta emesso, lo sperma non appartiene più a nessuno o, meglio, appartiene a chi se lo prende per cui se una donna si fa spruzzare lo sperma nella vagina e ci fa un figlio, il maschio che le ha fornito lo sperma non può rivendicare alcun diritto su quel figlio. In altre parole ogni infante che nasce può venire accudito solamente dalla madre: nessun padre, anche se si sa chi è, può contare o rivendicare qualcosa.

Famiglia
   Anche in Propaganda la famiglia è un’istituzione ma ben diversa dalla nostra o anche solo da come ce l’aspettiamo. In effetti a Propaganda normalmente una donna resta in casa, come si dice, anche se rimane incinta: dopotutto non ha un marito da seguire per metter sù casa; per questo motivo una famiglia, almeno tendenzialmente, può essere costituita da una donna con i propri figli, la madre, le zie, le nonne oltre che dalle sorelle e dalle cugine con i relativi nipoti. I maschi, avvicinandosi la maggior età, appena possono vanno ad abitare con altri maschi per lo più coetanei per lasciare una casa composta in prevalenza da donne (dev'essere dura vedere continuamente donne semivestite e non poter "farci" alcunché). In effetti le donne, molto spesso, fanno capire ai figli maschi che appena raggiungono un po’ di maturità devono cominciare a pensare di levarsi dai piedi perché la famiglia in realtà vogliono che sia fatta al femminile: i maschi, in fondo, servono solo per la riproduzione. A Propaganda gli uomini infatti non hanno in pratica alcuna possibilità di fare i padri, come diremmo noi. Un uomo non può avere un proprio figlio, in altre parole. Lo dice la legge: quando un uomo emette il proprio sperma, non può più rivendicare su di esso alcuna potestà. Solo se la donna lo desidera, ella può informare l’uomo che le ha fornito il seme della paternità da lui acquisita ma anche in questo caso l’uomo non può rivendicare alcun diritto. In ogni caso il figlio, maschio o femmina che sia, assume soltanto il cognome della madre così come dice la legge approvata dal parlamento composto in maggioranza assoluta di donne votate dalle donne.
   In fondo, poi, pensateci un attimo (dicono loro, le donne): la madre non ha bisogno del padre accanto (il padre del figlio, intendiamoci, quello che verrebbe chiamato marito). Per scegliere da chi farsi aiutare a crescere il bimbo, infatti, la madre non ha che l’imbarazzo della scelta. Può avere una sorella minore che sta frequentando l’università e quindi di tempo libero ne può trovare abbastanza. Sua madre probabilmente lavora ma anche lei con un po’ di acrobazie può riuscire ad aiutarla. Nel condominio in cui abita poi, fra tre o quattro pensionate che possano tenerle temporaneamente il bambino una la può sempre trovare; forse lo stanno già facendo per altre condomine. In ogni caso nella peggiore delle ipotesi può chiamare i servizi sociali e farsi arrivare una badante a ore: non le costa poi così tanto. Inoltre, volendo, quando può riesce anche ad infilarlo nell’asilo nido che ha vicino a casa (non ce ne sono poi così pochi); è difficile che ne abbia veramente bisogno, comunque. Ci sono poi i parenti che non abitano con lei che, addirittura, possono venire a trovarla spesso. In realtà viene di frequente aiutata da un sacco di comari cioè di co-madri; quelle che stanno con la madre. Queste sono delle donne giovani che non hanno ancora avuto figli ma che, volendoli un giorno avere, hanno voglia di imparare a fare le madri aiutando quelle che li hanno già.
   Certo, quando una donna dice che sta aspettando un bambino, sembra che voglia dire che sa già che è un maschio. In realtà, usando la lingua italiana, nei sostantivi i generi possibili sono solo due: femminile e maschile. Non c’è come in inglese un genere comune che indichi l’uno o l’altro senza specificare quale dei due. In italiano quindi viene usato il maschile per indicare entrambi i generi. Quindi quando una donna dice di aspettare un bambino in realtà non sa qual è il sesso di chi ha in pancia e di solito non lo vuol sapere: gli vorrà bene comunque, qualunque sesso sia.
   Un attimo in più per spiegare meglio il motivo addotto dalle donne per giustificare l’assenza nel paese di Propaganda della cosiddetta figura del padre. La ragione è molto semplice, almeno secondo loro: le donne tengono il figlio in pancia nove mesi mentre i cari maschietti tre secondi di spruzzatina e via. Certo detta così sembra una situazione un po’ sbilanciata, nel senso che la maggior fatica la fanno le donne e a loro sembra quindi giusto che la responsabilità sia tutta loro. La legge dopotutto al riguardo è molto chiara: lo sperma, una volta uscito, non appartiene più a chi l’ha generato; nessun maschio può assolutamente rivendicare alcun diritto sul figlio che nascerà neanche se verrà assodata la sua paternità. Al massimo la futura madre può chiedere qualche controllo al riguardo prima di usarlo (lo sperma) e l’uomo interessato, se vuole, potrà accondiscendere o la madre negarsi a lui in caso di suo rifiuto. Ci sono comunque in questo caso le banche del seme appositamente preparate a questa bisogna: la donna allora ricorre alla fecondazione artificiale cioè quella senza sesso e quindi si rivolge al servizio sanitario nazionale.

Ginecologhe
   Il servizio sanitario nazionale è in mano praticamente alla maggioranza femminile: la direzione della maggior parte dei servizi sanitari (ospedali, etc.) non è in mano ai primari ma alle, come possiamo chiamarle?, primarie cioè primari donna. Certo rimane pur sempre il personale costituito in fondo ancora da maschi e femmine, più o meno in egual misura, ma un settore però costituisce l’eccezione: la maternità. Gli ospedali materni, infatti, sono completamente in mano alle donne; non esistono ginecologhi cioè maschi bensì solo ginecologhe cioè femmine. Nel paese di Propaganda infatti le donne non sono più disposte a farsi visitare cioè toccare da un ginecologo cioè da un uomo. Esse dicono: "Come può un uomo capire i problemi che l’apparato genitale dà ad una donna se lui per primo non ce l’ha? Solo un’altra donna che possa aver avuto gli stessi problemi può capirti." In Propaganda non ci sono uomini che studiano per diventare ginecologhi: sanno in anticipo che rimarrebbero disoccupati. Le ginecologhe addirittura arrivano a chiedere: "Scusate, ma voi uomini vi fareste toccare da un’urologa? (che non vi capisce)? Solo se foste dei pervertiti, confessatelo."
   Quando una donna vuole sottoporsi ad una visita ginecologica, gode fra l'altro della complicità della dottoressa, quella donna cioè che ti fruga dentro mentre ti parla, come l’amica del cuore, dei tuoi problemi sessuali o ginecologici. La visita ginecologica non appare più come una visita in sé ma sembra che sia stata fatta diventare anche uno pseudo-rapporto sensuale che si instaura tra le due donne.

Fecondazione artificiale
   In effetti, per diventare madre, una donna può percorrere due strade: quella naturale e quella artificiale. Quella artificiale è molto semplice: va in una banca del seme, trova il tipo che le piace, si fa dare un po’ di garanzie, specialmente di parentela, e si fa inseminare. Qualcuno lo chiama "figlio in provetta". Vengono, fra l’altro un po’ disprezzate dalle donne che fanno un figlio in modo, diciamo così, naturale perché, potendo più o meno scegliere, possono venir tacciate di razzismo. "Un figlio va accettato comunque venga, se gli vuoi veramente bene." Inoltre c’è la considerazione: "Se vuoi la fecondazione artificiale, è perché non vuoi quella naturale cioè non vuoi avere un rapporto sessuale con un uomo cioè sei lesbica!". Alla fine il padre non c’è comunque per cui la differenza fra usare il maschio direttamente o indirettamente diventa relativamente piccola.
   Per quanto riguarda l’identità del padre, la donna, se vuole, può non voler conoscere l’identità del padre. Addirittura potrebbe anche farsi fecondare pur rimanendo vergine cioè ottenere quella che ironicamente viene chiamata l’immacolata concezione: verrà sverginata dal proprio figlio che esce dalla sua pancia, almeno il primo. Di solito si comportano così le donne pie quelle cioè che credono in Dio. La religione è sempre stata in mano agli uomini nella sua estrinsecazione terrena, diciamo così, per cui le donne oramai stanno cercando, tramite altri percorsi, di crearsi una loro religione al femminile. Per il momento questa attività consiste in tante riunioni a discutere appunto di questo. Quelle donne ancora legate al concetto di restare vergini fino al matrimonio si riducono quindi a rimanere lesbiche vergini ed usare la fecondazione artificiale per evitare i rapporti sessuali.

Fecondazione naturale
   Con la maniera tradizionale, invece, la donna sceglie un po’ di uomini da cui essere fecondata e chiede loro di farlo. Esterna cioè loro il proprio desiderio di farsi montare (non è necessario specificare lo scopo procreativo, in effetti) e considera la risposta: i maschi interpellati potrebbero acconsentire senza ulteriori remore, oppure richiedere un compenso di qualunque natura (che lei vedrà se dare o meno) oppure rifiutarsi per un qualunque motivo. Normalmente gli uomini scelti non si rifiutano ma quelli che lo fanno non hanno alcuna legge che li obblighi alla prestazione. In genere gli uomini, ovviamente, hanno i testicoli da svuotare per cui l’offerta di membri fecondanti è molto alta e le donne quindi possono scegliere abbastanza e soprattutto senza dover pagare. Certo, qualche uomo pensa di essere sopra la media e vendendosi bene riesce anche a farsi pagare per montare la poverina che crede di aver trovato chissà chi ma normalmente le donne scelgono ed i maschi acconsentono, magari non subito, ma acconsentono.
   In generale una donna cerca un uomo che la fecondi ma soltanto per questa cosa e poi basta. È un gioco delle parti: da un lato le possibilità di trovare una donna da montare è per gli uomini molto inferiore al loro desiderio di trovarla per cui appena trovano una donna che glielo chiede di solito ne sono contenti e non fanno alcuna difficoltà; dall’altro lato appena un uomo fiuta che il rapporto sessuale che la donna gli chiede è finalizzato alla riproduzione, cerca subito di alzare il prezzo in qualche modo.
   I figli crescono senza l’aiuto di un padre ma con l’aiuto di un sacco di donne che a vario titolo bazzicano nei dintorni, come si potrebbe dire. Gli uomini a loro volta, privati della paternità, si sfogano con l’associazionismo; in tutti i sensi. In effetti è raro che un uomo viva da solo. Abitando insieme molti uomini possono risolvere più agevolmente i loro problemi di vita o trovare degli scopi da perseguire.

Sesso
   Le donne che entrano nella pubertà imparano immediatamente a non fare figli finché non vorranno. In effetti c’è molta complicità fra madre e figlia: già prima dell’inizio delle mestruazioni la madre inizia ad informare la figlia sulle cose del sesso, come si potrebbe dire, in modo che, quando le mestruazioni stesse arrivano effettivamente, la ragazza sappia già che cosa le sta succedendo e perché. Inizia poi la discussione, diciamo così, su quale metodo di contraccezione usare visto che è fuori discussione, appunto, fare un figlio appena usciti dall’adolescenza. Sostanzialmente i metodi usati sono quattro: diaframma, spirale, pillola e preservativo.
   Diaframma. Vantaggi: può essere messo in posizione dalla ragazza stessa e soltanto quando si aspetta un rapporto sessuale. Svantaggi: deve essere inserito almeno sei ore prima di ogni rapporto, rimosso entro ventiquattro ore dall’inserimento ed irrorato di crema spermicida prima di ogni rapporto anche se non viene rimosso.
   Spirale. Vantaggi: potete dimenticarvi di averla se prescindete dal controllo, dopo ogni mestruazione, dei laccetti che escono dalla bocca dell’utero. Svantaggi: la spirale deve essere inserita dalla ginecologa (che magari a farlo ci gode o fa godere).
   Pillola. Vantaggi: potete dimenticarvi della paura di gravidanza indesiderata se riuscite a dimenticare l’inconveniente di assumerne una al giorno. Svantaggi: deve essere prescritta dalla ginecologa e presa ogni giorno a prescindere dall’effettuazione di rapporti sessuali. Teoricamente esiste anche la cosiddetta pillola del giorno dopo che può essere usata cioè solamente dopo un rapporto sessuale ma ha il grosso inconveniente, oltre a quello di essere prescritta dalla ginecologa, di provocare, eventualmente, l’anticipo delle mestruazioni nel caso di fecondazione avvenuta.
   Preservativo. Vantaggi: può essere usato soltanto quando serve. Svantaggi: chi lo fornisce, lei o lui? Se lo fornisce lui, lei si fida? Se lo fornisce lei, lui non si scoccia?
   Teoricamente può essere considerato metodo anticoncezionale anche l’aborto nel senso che le ragazzine, specialmente quelle più giovani cioè, hanno rapporti sessuali senza preoccuparsi dell’eventualità di rimanere incinte perché, nel caso lo rimanessero, abortirebbero (nel paese di Propaganda l’aborto è consentito senza richiesta di spiegazioni).
   Il discorso finale sul sesso rimane sempre più, oramai, questo: la donna vuole gestire la cosa in tutto e per tutto per cui il metodo anticoncezionale viene sempre più scelto da lei. Come dice: "Figlio o non figlio, scelgo io.". Quando infatti le donne decidono di avere un figlio si fanno montare da chi gradiscono e rimangono incinte spesso senza che il maschio in questione lo venga a sapere (tanto anche se lo venisse a sapere non potrebbe rivendicare alcunché). Alcune donne addirittura non vogliono avere a che fare del tutto con gli uomini per cui sono considerata lesbiche e quando vogliono un figlio ricorrono alla fecondazione artificiale.
   Un’altra considerazione è la complicità che nasce sempre spontanea tra le donne (specialmente contro gli uomini). Questo significa che molto spesso le donne si ritrovano in sufficiente intimità (ovviamente con i maschi assenti) da indurle a spogliarsi parzialmente o totalmente e fare sesso, anche se solo fino ad un certo punto. In altre parole tutto lo spettro fra niente sesso e tutto sesso viene esplorato, a volte anche senza preparazione cosciente, dalle donne che si ritrovano in compagnia.

Prostituzione
   Nel paese di Propaganda, almeno ufficialmente, non ci sono prostitute perché non servono più. In effetti, in buona sostanza, non hanno più ragione d’essere le due cause della prostituzione: la violenza dell’uomo sulla donna che ne sfrutta a proprio vantaggio l’attrattiva fisica (diventa molto problematico per un magnaccia sfuggire ad una polizia composta in maggioranza da donne) ed il desiderio della donna di guadagnare velocemente molti soldi (alla lunga, almeno in generale, la solidarietà femminile permette di ottenere ciò che le entrate della prostituzione fornivano senza contare l’aiuto dei parenti ed il sussidio statale relativo al mantenimento dei figli).

Stupro
   Gli uomini, come già detto prima, desiderano fare sesso con le donne più di quanto lo desiderino le donne stesse. Sono quindi spesso tentati di "prenderselo con la forza". Purtroppo devono fare i conti con una magistratura ormai almeno la metà in mano alle donne; quasi sempre, inoltre, i giudici femminili, appena notano che si tratta di violenza maschile su soggetto femminile, cercano in tutti i modi di farsi assegnare il processo in questione. Senza parlare della polizia che sfrutta tutte le occasioni per vessare gli uomini quando li deve arrestare per stupro.

Magistratura
   Almeno metà della magistratura è costituita da donne per cui le violenze sessuali sulle donne da parte dei maschi sono praticamente scomparse, a cominciare dagli stupri. Gli uomini, in effetti, sanno che in caso di arresto finirebbero quasi sicuramente per dover subire una sentenza emessa da un giudice di sesso femminile.

Plagio
   Perché gli uomini di Propaganda per la maggior parte restano nel paese e non ne vengono via? Può darsi che restino perché sono plagiati cioè vittime di plagio da parte delle donne.
   E che cos’è il plagio? Il significato con cui questa parola viene comunemente conosciuta è la rivendicazione della paternità di un’opera d’arte non propria. Quello che invece bisogna prendere in considerazione in questo caso è un altro significato della medesima parola: la violenza psichica nascosta cioè esercitata su una persona senza che questa ne sia consapevole. Il vero plagio avviene in effetti quando il plagiato non ha la minima consapevolezza di essere violentato psichicamente anzi potrebbe addirittura trovare delle giustificazioni alle situazioni limitanti in cui finisce per trovarsi se mai iniziasse a rendersene conto. La semplice violenza psichica infatti non può essere considerata plagio perché chi la subisce (a prescindere dall'effettiva conoscenza dell’autore della violenza stessa) può sempre mantenere vivo il desiderio di migliorare la propria situazione, per quanto scarse siano le speranze di affrancarsi dall'oppressione.
    Il plagiato invece è sempre convinto che la situazione in cui si trova, per quanto spiacevole possa essere ritenuta, non sia modificabile, almeno da parte propria, e pensa che ciò che subisce faccia semplicemente parte della vita. Nel vero plagio quindi sono presenti entrambi gli aspetti: la violenza psichica e la mancanza di consapevolezza della violenza stessa. Vieni violentato ma non sai di esserlo e non ritieni di esserlo per quanto cerchino di convincerti del contrario.
    Nel plagio in effetti si annida un problema eziologico apparentemente insolubile: se la sostanza del plagio è la mancanza di consapevolezza, come si fa a spiegare ad una persona plagiata che appunto lo è? Se fosse in grado di capirlo, non ci sarebbe bisogno di spiegarglielo perché saprebbe da sola di esserne la vittima. In altre parole: se fosse in grado di essere consapevole della violenza subita, lo sarebbe già diventata autonomamente visto che la situazione la vede coinvolta personalmente. Siccome, invece, non è in grado di capirlo, qualunque tipo di spiegazione non sortisce alcun effetto visto che trova il muro invalicabile dell'avversione od anche semplicemente dell'indifferenza a porsi in discussione. Proprio così: tutte le volte che alle vittime di plagio spieghi che lo sono, negano tutto, non accettano spiegazioni e, se insisti, ti mandano a quel paese.
Propaganda
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